Il testo è stato scritto da un alunno di classe terza E dopo lo studio de “L’Orlando furioso”.
Gli alunni si sono cimentati nell’uso della fantasia e delle proprie abilità di scrittura immaginando di accompagnare un Astolfo di oggi nel suo viaggio sulla Luna. Stavolta però cosa occorrerà recuperare di tanto urgente?
Scopri cosa ha pensato Alberto…
Il viaggio sulla Luna non è molto comodo. Il carro balla tantissimo e quasi sicuramente mi verrà il mal di pancia, poi questi sbalzi di temperatura non giocano a mio favore.

Una cosa che mi sconvolge è la tranquillità di Astolfo: due minuti fa abbiamo schivato un’asteroide per un pelo e lui è rimasto impassibile! Tralasciando questo, stiamo arrivando sulla Luna, devo recuperare un po’ di cosette… L’atterraggio avviene sempre, da come mi dice Astolfo, su una pista fatta interamente con roccia lunare. Tutti gli articoli sulla Luna mi avevano fatto credere che fosse totalmente disabitata e priva di qualunque cosa, ma non è così. Ci sono case, negozi e servizi di ogni tipo, in un cratere è stato costruito anche uno skatepark. Tutto è fatto in roccia lunare, l’unico materiale presente sulla Luna con cui si è in grado di costruire degli edifici. Però non devo perdere tempo, il mio obiettivo quassù è trovare i principi di vitale importanza persi dall’uomo nel corso degli anni.
Il primo ostacolo che dovrò superare sarà trovarli senza il mio accompagnatore che è andato a fare un giro al negozio “Dolciumi spaziali”. Passando vicino a un cratere, noto dentro di esso, tra un telecomando ed un mazzo di chiavi, un barattolo con dentro un seme. Grazie alla mia acutissima vista riesco a leggere cosa recita l’etichetta: Rispetto per la natura, proprietà dell’umanità. Mi fiondo nel cratere e prendo il barattolo: il primo obiettivo è stato raggiunto. Il rispetto per la natura nell’antichità era un principio fondamentale. Pensare che alcuni popoli avevano piante sacre che veneravano come divinità, stessa cosa con certi animali! Oggi disboscamento e bracconaggio fanno a gara nel provocare più danni. Centinaia e centinaia di animali e vegetali sono a rischio di estinzione; ciò è una minaccia per la biodiversità e per gli ecosistemi, fondamentali per la nostra vita. L’uomo non capisce che facendo così sta distruggendo l’intero mondo, la sua stessa casa. Infatti il secondo principio da recuperare è l’amor proprio. Con esso l’uomo forse riuscirebbe a capire che oltre a far male alla natura, sta scavando una fossa sotto i suoi piedi.
Non riesco proprio a trovarlo, ho corso per tutta la Luna, ma non riesco a scovarlo. Decido di riposarmi un po’, noto un baule che sarebbe comodo come sedile. Per scrupolo lo apro e al suo interno, conservato in una scatola, trovo un biscotto a forma di cuore. Sulla glassa c’è scritto: Amor proprio, proprietà dell’umanità. Ne manca solo uno, a parer mio il più importante: la responsabilità. Per me si è persa quando Adamo ed Eva hanno commesso il peccato originale, non hanno pensato che noi generazioni future lo avremmo ereditato. L’uomo di oggi sta rovinando tutto e sperperando qualsiasi tipo di bene, nessuno pensa alle conseguenze che verranno subite dal prossimo. Camminando avvisto una teca con al suo interno una bottiglia di vetro. La teca è socchiusa quindi non ho difficoltà nel prendere la bottiglia e leggo quello c’è scritto sul fondo: Responsabilità, proprietà dell’uomo. Prendo tutto e mi dirigo verso il carro dove mi sono dato appuntamento con Astolfo.
Mentre torniamo giù, chiedo ad Astolfo come potrò far recuperare tutto questo all’uomo. Lui con tono solenne mi spiega. Il seme andrà piantato in un giardino e, quando la prima fogliolina spunterà, l’uomo avrà riacquisito il rispetto per la natura. Il biscotto dovrà essere mangiato da un bambino, il giorno seguente, quando egli si sveglierà, l’uomo avrà recuperato l’amor proprio. Il liquido nella bottiglia andrà versato nelle acque di un fiume e solo quando le sue acque brilleranno, la responsabilità sarà tornata sulla Terra. Ha concluso con una frase che mi ha riempito d’orgoglio: “Figliolo, il mondo è nelle tue mani, trattalo con cura”. Devo ammettere che un po’ mi dispiace lasciarlo andare.
Pubblicato online da Giorgia, Chiara alunne della 3A